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CENTO ANNI DI CINEMA ARMENO

Il ricco programma comprenderà anche una retrospettiva sulle edizioni precedenti, poiché a Omaggio a una visione torna uno dei vecchi amici del festival. In collaborazione con l’associazione armena dei direttori della fotografia e con il mago del cinema armeno Harutyun Khachatryan, vincitore del Premio Darko Bratina 2009, festeggeremo i cento anni del cinema armeno con una selezione di corti e di lungometraggi. 

In questa pazza epoca in cui 120 mila armeni sono intrappolati in un lembo di terra soffocato dalla crisi umanitaria senza nessun’apertura dei confini, Harutin Khachatryan torna al festival senza confini Omaggio a una visione, per festeggiare il centesimo anniversario del cinema armeno con un’entusiasmante presentazione dei cortometraggi armeni, una mostra speciale e una mini retrospettiva delle sue opere. Dopo oltre dieci anni rivedremo il suo film Confine, che incarna in modo eloquente il concetto transfrontaliero del festival.

Autrice del testo Tatevik Manoukyan

HARUTYUN KHACHATRYAN

Harutyun Khachatryan (1955, Akhalkalak in Georgia) è un cinasta armeno che con la sua poetica d’autore e la sua fotografia emotiva rispecchia la realtà e la cultura armene. Dopo aver terminato gli studi nel 1981 lavora come aiuto regista e regista, diventando in seguito direttore del Dipartimento documentari presso la principale istituzione cinematografica armena, la Hayfilm/Armenfilm. Khachatryan è inoltre cofondatore e direttore del festival del cinema internazionale Golden Apricot di Yerevan, un’importante piattaforma per lo scambio interculturale e lo sviluppo della cultura cinematografica armena.

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Foto: Jernej Skrt

FILM
Meja
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Confine
Harutyun Khachatryan, Olanda, Armenia, 2009, 82'

La storia è ambientata nel periodo dopo la caduta dell’Unione Sovietica, in seguito alla guerra armeno-azera, in un’epoca in cui l’enorme impero si sfaldò lasciando dietro a sé numerosi conflitti tra i popoli. Il film racconta la storia di un villaggio vicino al territorio conteso, dove i benefattori di discendenti armeni provenienti dall’America aprirono una mensa di beneficenza, e di una vicina fattoria dove trovavano lavoro i rifugiati provenienti da diversi luoghi. La storia inizia quando gli abitanti del villaggio si imbattono in un bufalo ferito, mezzo morto, incastrato nel filo spinato al confine. Il bufalo viene portato in una fattoria dove diventa un estraneo e un nemico per i cani da guardia, per gli animali che vi si sono rifugiati e per i profughi stanchi della guerra, la cui violenza è fomentata dalle esplosioni. Attraverso gli occhi del bufalo, osserviamo la vita del villaggio in tutte le stagioni. Passano l’estate, l’autunno e l’inverno. Il tempo cambia, ma la vita monotona del villaggio continua con lo stesso lento ritmo. Seguendo il bufalo, osserviamo anche la vita intorno alla fattoria e al villaggio.

Neskončen beg
Fuga infinita, eterno ritorno
Harutyun Khachatryan,  Armenia, Olanda , Svizzera , 2014, 90'
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Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta l’Armenia è stata scossa da tre eventi di importanza epocale: l’indipendenza dall’Unione Sovietica, che ha ridisegnato la geografia di un’intera parte del mondo, la guerra con l’Azerbaigian per il controllo del Nagorno-Karabakh e un terribile terremoto. Questi episodi hanno spinto gran parte della popolazione a lasciare il proprio Paese. Tra di essi, un uomo che oggi vive a Mosca e ci conduce nel suo viaggio di esule da oltre vent’anni. “Non sono mai solo. Vivo con la storia,” racconta. Cos’è cambiato nella vita delle persone in questi vent’anni? Perché tornano sempre o abbandonano la propria patria? Queste domande hanno spinto il grande maestro della cinematografia armena Harutin Khachatryan a intraprendere una vasta ricerca cinematografica che comprende filmati di vent’anni fa e continua a seguire le stesse persone fino ai giorni nostri.

Trije grobovi umetnika
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Tre tombe d’artista
Harutyun Khachatryan, Ruben Khachatryan
Armenia, 2023, 120'

Khachatryan padre e figlio hanno seguito per diversi anni la vita avventurosa e l’opus artistico del talentuoso pittore armeno Vahan Ananyan. Nato e cresciuto a Yerevan, deluso dalla realtà armena (il terremoto, la guerra, la caduta dell’Unione Sovietica) Vahan emigrò in Estonia e Ucraina. I suoi resti mortali sono sparsi in diversi luoghi: Tallinn, Odesa e Yerevan. Anche il suo lascito artistico è rimasto in paesi lontani. 

CORTOMETRAGGI ARMENI
Korean Delicacy
Hambardzum Hambardzumian, Armenia, 2021

Gazan ha sentito alla radio che la carne di cane è una prelibatezza in Corea. Dopo aver bevuto e fumato uno spinello, convince il padre di un bambino di 8 anni a uccidere il cane del figlio e a mangiarlo.

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TOMBÉ still.tif
Tombé
Diana Kardumian, Armenia, 2018

Kara lavora tutto il giorno nel ristorante "Goldfish" come lavapiatti. La sua vita è diventata un cerchio chiuso di giornate grigie, lontane dallo sfavillio della grande città. Ogni giorno torna a casa da sola la sera. Risparmia i soldi per la famiglia. Ma una sera un incidente inaspettato cambia la sua routine quotidiana.

Equation with Two Variables
Lusine Papojan, Armenia, 2022

Mentre vende merce nella carrozza del treno, Mkhitar nota un suo coetaneo, Karen, che ha i piedi appoggiati sul sedile anteriore e la testa accasciata sul libro di testo. Obbedendo silenziosamente al segnale di Mkhitar, Karen abbassa le gambe e si gira. Mkhitar tenta vari metodi per contattarlo. Karen, con la borsa appesa al collo, inizia a gridare per attirare l'attenzione dei passeggeri nelle carrozze del treno, cercando di vendere la merce di Mkhitar, mentre Mkhitar stesso rimane in profonda contemplazione: sta pensando a un puzzle di scacchi o alla vita in generale?

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The Granny
Aram Šahbazian, Armenia, 2020

La ruvidezza della parete dell'altare, che la troupe ha ignorato, si contorce e mette sottosopra il loro mondo interiore.

Back to Rock
Back to Rock
Gor Jengojan, Armine Harutjunjan, Armenija, 2023, 9'

A causa dell'evoluzione, le persone si trasformano in creature senza sesso e senza volto, praticamente prive di qualsiasi emozione, che vivono seguendo i comandi e limitandosi a procurarsi cibo ed energia. Ma la natura umana è immutabile e il desiderio di libertà e originalità non può essere controllato.

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