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MAKO SAJKO / VITTORIO DE SETA

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MAKO SAJKO

Il regista e sceneggiatore Mako Sajko, che può essere giustamente classificato come uno dei classici del cinema sloveno, è nato nel 1927 a Tržič. Ha studiato cinema presso l'Accademia di Belgrado e si è laureato lì nel 1959, allo stesso tempo si è formato anche a Monaco e Parigi. Ha iniziato la sua lunga e fruttuosa carriera come assistente alla regia per famosi registi sloveni, tra gli altri in questo periodo ha lavorato con František Čap e France Štiglic. Il percorso di vita di Sajko è sempre stato strettamente legato alle immagini in movimento. Dal 1961, quando si è messo in proprio, ha realizzato una serie di brevi documentari, pe lo più basati su sue sceneggiature. Inoltre, negli anni '60 e '70, si è classificato tra i maggiori documentaristi del nostro Paese. I suoi brevi ma significativi documentari sono stati tutti, dal primo all'ultimo, un riflesso del loro tempo. Principalmente a causa dell'argomento scelto, hanno sollevato gli spiriti non solo in Jugoslavia, ma hanno risuonato in tutto il mondo. Con il film "Suicidi, attenzione!" del 1967, iniziò ad essere paziente con le autorità jugoslave di allora, tanto che in seguito il film "Narodna noša" (1975), che era fondamentalmente non tematicamente controverso, non poteva essere proiettato pubblicamente. A quel tempo, Sajko smise definitivamente di produrre film e si dedicò invece all'educazione cinematografica e ai progetti di giovani registi. Ha lavorato in relativo anonimato per diversi decenni fino a quando ha ricevuto il Premio alla carriera Badjura nel 2009. Successivamente, l'interesse per uno dei giganti indiscussi del cinema sloveno è cresciuto nuovamente. Con le sue opere, Mako Sajko ha precorso i tempi, aprendo argomenti che sono ancora attuali. Il suo occhio attento e la sua mente acuta scoprirono costantemente vari aspetti umanistici e sociologici.

VITTORIO DE SETA

Nel 1954 Vittorio De Seta gira sei documentari in Sicilia ('Lu tempu di li pisci spata', 'Isole di fuoco', 'Surfarara', 'Pasqua in Sicilia', 'Contadini del mare', 'Parabola d’oro'). Fortemente innovativi, sono subito riconosciuti a livello internazionale. Nel ’58-59 dirige altri quattro importanti cortometraggi: in Sicilia ('Pescherecci'), in Sardegna ('Pastori di Orgosolo'; 'Un giorno in Barbagia'), in Calabria ('I dimenticati'). De Seta rivolge il suo sguardo partecipe a realtà già allora minacciate da “uno sviluppo senza progresso”, donandoci una preziosa testimonianza di riti, usanze e saperi ormai scomparsi. E lo fa senza trascurare la bellezza delle inquadrature, le innovazioni tecniche più recenti e l'eredità del cinema più importante del mezzo secolo precedente. Questi cortometraggi di De Seta che vanno dal ’54 al ’59 sono stati restaurati dal laboratorio L'Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna.

FILMI
Slavica Exception

Cortometraggio documentario, 11'

1971, Jugoslavia (Slovenia)

Ritratto di una spogliarellista professionista che ha scelto questa professione per via dei vantaggi che esso comporta a livello finanziario.

Veleni

Cortometraggio documentario, 14'

1964, Jugoslavia (Slovenia)

Pastori di Orgosolo
Vittorio De Seta, Italia, 1958, 11’

A Sopramonte di Orgosolo, in Sardegna, un tempo rifugio soltanto di banditi e latitanti, i pastori, tentano si sopravvivere insieme alle loro greggi. I monti sono brulli e sulle pietre i passi risuonano. I pastori seguono il loro gregge, raccolgono il latte per poi lavorarlo fino a farlo diventare formaggio. Quando arrivano i temporali è il momento del trasferimento. L'inverno, con la neve, non c'è da mangiare per gli animali e i pastori devono difendersi dal freddo scaldandosi insieme alle pecore davanti a fuochi. Tocca a loro procacciare il cibo per le bestie trascorrendo interi mesi, consumando pasti frugali, in solitudine, in un silenzio rotto soltanto dai piccoli gesti quotidiani.

L’industrializzazione porta al progresso, ma allo stesso tempo può danneggia gravemente l’ambiente naturale. Il corto richiama l’attenzione sul pericolo costante rappresentato dalle varie sostanze di scarto con cui l'industria inquina l'aria e i fiumi.

L'tempu du pisci spada
Vittorio De Seta, Italia, 1954, 11’
Attenzione ai suicidi!

Cortometraggio documentario, 12'5''

1967, Jugoslavia (Slovenia)

Il problema del suicidio tra gli adolescenti in Slovenia. Casi tipici presentati attraverso le testimonianze di familiari e amici del defunto.

Tra aprile ed agosto il pesce spada va a deporre le uova nelle acque che separano la Sicilia dalla Calabria. Da Bagnara Calabra a Scilla, fino a Messina e Punta Faro, i pescatori attendono questo momento per far scattare la pesca e ucciderli. L'attesa è lunga ed estenuante: gli uomini siedono sulla barca e sono pronti ad afferrare i remi. Il silenzio è rotto soltanto dallo sciabordio delle onde e dal lento raccontare dei più anziani che ricordano gli anni della grande abbondanza di pesce. Finché la vedetta non dà l'allarme: ecco i pesci. Calcolando la luce, la direzione dei pesci e quella della corrente, la vedetta deve guidare l'avanzata delle imbarcazioni. Il fiociniere, in piedi sulla prua della barca, deve colpire prima le femmine dei pesce spada, perché poi uccidere i maschi sarà più facile e dovrà fare attenzione perché quelli non colpiti al cuore, non moriranno subito e tenteranno in ogni modo di inabissarsi e liberarsi dell'arpione. Al tramonto i pescatori tornano alla riva dove li attendono donne, anziani e bambini, che si accalcano curiosi, pronti alla festa che si svolgerà nella notte…

Abito tradizionale

Cortometraggio documentario, 11'

1975, Jugoslavia (Slovenia)

Alcuni regimi e orientamenti politici hanno abusato dell’abito tradizionale sloveno. Nonostante certi dettagli dell’abito tradizionale sloveno derivino dalle Alpi tedesche, esso ha conservato le specificità dell’area slovena. Oggi l’abito tradizionale funge da attrazione turistica.

Isole di fuoco
Vittorio De Seta, Italia, 1955, 11’

Una mattina di inverno, De Seta con la sua macchina da presa alle prime luci dell'alba approda nell'isola di Vulcano. Intorno c'è un silenzio irreale: solo il rumore del mare e lo stridio degli uccelli. L'isola è formata da rocce nere vulcaniche e nell'aria si levano vapori sulfurei. Sulla riva ci sono poche case e le barche dei pescatori che escono come ogni giorno. I pastori con le loro greggi salgono sulle pendici del vulcano mentre le donne raccolgono la legna. Gli occhi di tutti sono puntati sul cratere da cui cola la lava. Il rombo del vulcano riempie il silenzio e il fumo si leva in cielo. Quando un lampo squarcia il cielo, tutti cercano di fare ritorno alle loro case prima che il temporale e il vulcano si scatenino…

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